UE, OGM: più flessibilità per gli Stati membri
L'impegno a una revisione della legislazione in materia di autorizzazione degli OGM come alimenti e mangimi era stato già indicato negli orientamenti politici presentati al Parlamento europeo nel luglio 2014. Fu proprio sulla base di queste indicazioni che l'attuale Commissione è stata poi eletta.
La nuova proposta non modifica il sistema di autorizzazione vigente, ma permette agli Stati membri di decidere se consentire o meno che un determinato OGM (già autorizzato a livello Ue) sia utilizzato sul proprio territorio.
Le misure di restrizione o di divieto così adottate dovranno essere compatibili con la legislazione dell'Ue. Inoltre, dovranno essere sostenute da motivazioni legittime diverse da quelle relative ai rischi per l'ambiente e per la salute umana o animale già valutate dalle istituzioni europee sulla base del regolamento (CE) n°1829/2003 sugli alimenti e mangimi geneticamente modificati.
In questo modo, si contribuisce ad ampliare ulteriormente i diritti degli Stati membri in materia di OGM permettendo di adeguare il loro intervento anche della diversa sensibilità mostrata dalle rispettive opinioni pubbliche.
La proposta della Commissione - che dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio per divenire effettiva - risulta in linea con il processo che ha portato recentemente all'adozione da parte del Parlamento europeo della direttiva (UE) 412/2015, con la quale si conferisce agli Stati membri anche la possibilità di scegliere se limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul loro territorio.
Grazie a queste due nuove disposizioni, l'Ue si doterebbe di un insieme più coerente di norme per l'autorizzazione di OGM destinati alla coltivazione e alla produzione di alimenti e mangimi, conciliando la necessità di garantire un unico livello di protezione in tutta l'Unione con l'attenzione alle diverse preoccupazioni degli Stati membri in entrambi i settori.
Se anche questa nuova proposta della Commissione verrà approvata, si modificherà ulteriormente lo spettro di azioni a disposizione degli Stati membri in materia. Finora, infatti, gli Stati membri che volevano evitare l'introduzione di particolari OGM nella loro catena alimentare potevano ricorrere a due strumenti: opporsi all'inserimento di particolari prodotti nella lista degli OGM autorizzati a livello unionale o imporre divieti "di fatto", subordinando così il ricorso a questi prodotti al soddisfacimento di condizioni impossibili da rispettare.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
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