Tensioni nei condomini: parte dal Veneto la proposta del contratto di mandato
L’obbiettivo è dare certezza operativa al lavoro dell’amministratore condominiale nell’interesse degli amministrati; basti pensare che per ogni palazzo affidato, un amministratore si trova ad eseguire circa 600 interventi all’anno, quasi un paio al giorno!
La proposta di “contratto di mandato” chiarisce che l’amministratore potrà operare in autonomia per gestire gli adempimenti fiscali; cambiare l’assicurazione; sostituire l’istituto bancario, presso cui è appoggiato il conto corrente condominiale (se le condizioni risultano migliori); intervenire tempestivamente per lavori manutentivi di straordinaria urgenza (salvo poi l’obbligo di riferire all’assemblea); stipulare contratti di energia (potendo dimostrare che sia la miglior scelta); nominare legali e/o tecnici per la difesa delle ragioni del condominio e sostenere le relative spese (da riconoscere successivamente con delibera assembleare).
“Possiamo riassumere il senso della nostra iniziativa con il noto motto Patti chiari e amicizia lunga poiché, sin dall’inizio, i condomini sapranno cosa l’amministratore può e deve fare e quanto devono spendere – spiega il bellunese Lino Bertin, presidente di A.N.A.C.I. Veneto - E’ un’operazione di trasparenza per il nostro lavoro, nell’interesse di tutti; per gli interventi, che non fossero previsti nel contratto di mandato, rimarrà la facoltà di ratifica o meno da parte dell’assemblea condominiale.”