Nel Nordest rischia di scomparire il "Teatro Nazionale"
Il comunicato del Consiglio di Amministrazione dello Stabile inizia con un “prendiamo atto…”, ma l’incontro che si è svolto nella sede Grandi Stazioni della Regione del Veneto, presente l’assessore alla cultura Cristiano Corazzari e il presidente dell’AGIS (l’associazione italiana dello spettacolo) Franco Oss Noser, ha seminato ironia e veleni in pari quantità. Sostanzialmente quel che risulta a tutti incomprensibile è come mai i numeri che tre anni fa avevano portato Venezia e Padova ad ottenere il riconoscimento di Teatro Nazionale, pur essendo tutti nettamente migliorati e ben al di sopra della maggioranza degli altri teatri italiani, non siano oggi stati considerati dalla Commissione sufficienti. Sottolinea Corazzari: «i punteggi attribuiti allo Stabile veneto lasciano letteralmente allibiti!».
I numeri del Teatro Stabile del Veneto sono tutti positivi e in crescita
Basta citare alcuni numeri. Nel Veneto è residente l’8,10% della popolazione nazionale, ma il contributo statale per le attività teatrali è solo del 5,50% e se la media nazionale è di 1,07 euro pro capite, nel Veneto ci si ferma ad appena 0,73 euro, contro i 2,29 della Liguria. E dire che lo Stabile è quello che ha la più alta percentuale in assoluto di incassi rispetto ai costi: il 52,37% delle spese del teatro le pagano gli spettatori pagando il biglietto. Solo il Piccolo Teatro di Milano incassa di più 6.954.767 contro i 4.979.023, ma lo fa coprendo solo il 33,12% delle spese di produzione.
E tutti i dati sono di anno in anno sempre più in positivo, ma a quanto pare essere virtuosi non paga. Ovvio che a fronte di ciò qualche pesante sospetto si fa strada: c’è una volontà di colpire il Veneto? Si vuole penalizzare l’intero Nordest che, da Trieste a Trento e a Venezia, resterà a questo punto senza un Teatro Nazionale? Come mai questa fretta da parte di una Commissione nominata dal Governo dimissionario?
Lo Stabile del Veneto annuncia che continuerà a perseguire la propria politica che ha portato ad una aumento del pubblico degli spettacoli e, non cosa d’ultimo conto, di posti di lavoro nel comparto del teatro. E già una lettera è stata indirizzata a tutti i Parlamentari perché possano valutare con oggettività le conseguenze delle valutazioni espresse in sede di Commissione Teatro.
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