Per gli uffici statali, il Leone di San Marco non è obbligo
«Dover commentare una vicenda simile – ha detto il Presidente della Giunta Regionale, Luca Zaia – è imbarazzante. Ripresenteremo senz’altro questa legge e chiederemo che l’obbligo venga introdotto nell’intesa con il Governo sull’Autonomia perché è interesse della coillettività regionale che la propri bandiera sia affiancata a quella dello Stato». La sentenza ha bocciato la parte della legge regionale che avrebbe voluto imporre anche agli uffici e organi nazionali, quali le Prefetture ad esempio, di esporre il simbolo regionale e che prevedeva anche delle sanzioni che andavano da da 100 a 1.000 euro per i trasgressori.
Zaia riproporrà la legge, ma il PD critica i costi della causa davanti alla Corte Costituzionale
Durissima la replica del Consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni: «Dalla Consulta un altro schiaffo alla propaganda leghista e intanto i veneti devono pagare il conto di queste pagliacciate».
«La Regione – prosegue Zanoni – ha fatto una figuraccia che era evitabile. Purtroppo gli errori, dolosi, della maggioranza li pagano a caro prezzo i contribuenti, visto che i contenziosi con lo Stato non sono certo a costo zero. Personalmente non ho niente contro la bandiera con il Leone di San Marco: è un simbolo e va rispettato. Ma i primi a non farlo sono leghisti e indipendentisti, che la utilizzano in maniera strumentale per fare propaganda, spendendo poi soldi pubblici per gli inevitabili contenziosi e ricorsi. Ormai questa ossessione identitaria sta sfociando nel ridicolo, basti guardare alla nuova proposta di legge per regalare una bandiera veneta a ogni nuovo nato: una manna per le famiglie – conclude ironizzando il Consigliere democratico – quando poi mancano soldi per le paritarie e i bisogni della prima infanzia».