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4400 milioni, torna a crescere l’agroalimentare veneto

10/02/2007
Il primo dato a emergere dall’analisi dei risultati produttivi ed economici conseguiti nel 2006 dal sistema agroalimentare veneto, è che il fatturato della nostra agricoltura torna a crescere, grazie al contributo positivo offerto dai principali mercati dei prodotti agricoli. Lo dice “Prime valutazioni sull’andamento del settore agroalimentare veneto 2006”, il Rapporto che ogni anno i ricercatori di Veneto Agricoltura propongono, tra le poche regioni in Italia, al mondo economico e politico, avvalendosi della collaborazione di INEA. Uno strumento insostituibile, dice Corrado Callegari, Amministratore Unico dell’Azienda regionale, che offre strumenti concreti agli imprenditori di settore veneti per essere concorrenziali di fronte alle sfide dei mercati e della globalizzazione; e che Veneto Agricoltura pubblica sul proprio sito www.venetoagricoltura.org (cliccando su Banche dati Osservatorio Economico), mettendolo perciò a disposizione di tutti.



Secondo le prime stime la produzione lorda agricola del Veneto nel 2006 è aumentata di circa il 2% rispetto al 2005, attestandosi su oltre 4.400 milioni di euro di fatturato. A questo risultato hanno concorso due andamenti di segno opposto: la crescita dei prezzi e la diminuzione della produzione in alcuni comparti chiave, a causa di un andamento climatico non sempre ottimale e delle riforme UE di politica comunitaria che hanno in alcuni casi determinato una “deintensificazione produttiva”, in particolare per il comparto bieticolo-saccarifero. Altri esempi riguardano le performances positive del comparto vitivinicolo (+8%), che ha fruito della maggiore produzione rispetto alla vendemmia 2005, e di una sostanziale tenuta dei prezzi. Restando in tema di mercato, buono è il risultato della bilancia commerciale regionale, che ha visto un incremento delle esportazioni agroalimentari di ben il 7%. Bene anche i settori ittico e zootecnico.



Vediamo quindi l’andamento dei settori più significativi. Risulta in diminuzione (-9%) la produzione delle coltivazioni erbacee, tra le quali il mais si conferma la coltura principale della regione superando i 310.000 ettari. L’andamento climatico e qualche problema fitosanitario hanno ridotto la produzione complessiva di questa coltura (-15%) le cui rese sono state di circa 8,5 t/ha. La barbabietola da zucchero ha subìto una brusca contrazione sia della superficie coltivata (-67%) sia della produzione (-70%) in seguito alla riforma dell’OCM in sede comunitaria. Il frumento tenero è stato oggetto di un rinato interesse da parte degli agricoltori, considerando che ha coperto una superficie superiore a 63.000 ettari (+9%) facendo registrare buone rese (+5%) e ottima produzione (+14%). Andamenti positivi si registrano anche per la soia con superfici in aumento (+14%) e produzioni in crescita (+3%), nonostante il clima non sia stato favorevole a questa coltura. Il tabacco, pur subendo una contrazione delle superfici coltivate (-6%), realizza una produzione nell’anno ben superiore (+26%) rispetto al 2005. Leggermente in calo l’orzo rispetto al 2005, sia nella superficie (-3%) che nella produzione (-2%).



Nel 2006, dicono gli esperti di Veneto Agricoltura, si dovrebbe essere registrata una generale diminuzione delle superfici investite ad orticole (-12% rispetto al 2005). La riduzione riguarda prevalentemente le coltivazioni in piena aria, che subiscono un calo del 14% in particolare nelle province di Padova (-21%) e Verona (-19%). Ne deriva una contrazione delle produzioni del 2% in termini reali per il comparto.







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