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“L’incultura fluviale mette a rischio anche il territorio"

05/04/2006
“Quanto l’ondata di maltempo sta evidenziando nell’Europa centro-orientale è l’ennesima conseguenza di concezioni idrauliche, che necessitano di urgenti correttivi. Appena si presenta l’occasione, infatti, il fiume si riappropria degli spazi, che l’uomo gli ha sottratto con la forza, costringendolo entro limiti innaturali”: questo il commento di Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, di fronte alle esondazioni del fiume Elba, che allaga gli agglomerati urbani costruiti nelle aree golenali, minacciando anche gli abitati posti a ridosso degli argini.

Anche il territorio italiano è soggetto agli stessi rischi occorre dare maggiore diffusione ai principi della riqualificazione fluviale e dell’ingegneria naturalistica. “Prosegue Massimo Gargano solo realizzando opportune aree di espansione fluviale, in caso di piena, è possibile difendere i centri abitati; le stesse aree, in situazioni non di emergenza, diventano importanti zone umide, utili sia per l’habitat che per il tempo libero. Il fiume è un “corpo vivo” e che come tale ha bisogno dei suoi spazi: se glieli impediamo, prima o poi si ribella! Da anni, i Consorzi di bonifica insistono per creare vasche di laminazione delle piene a monte dei centri urbani a rischio; servono, però, adeguati finanziamenti. Proprio in questi giorni, a Vicenza, il Consorzio di bonifica Riviera Berica, d’intesa con il locale Genio Civile, ha presentato un articolato piano di interventi per migliorare la sicurezza idraulica della citt capoluogo: in un’area comunale di 47.000 metri quadri sar , tra l’altro, creata una vasca di espansione naturale sulla roggia Dioma, capace di trattenere fino a centomila metri cubi d’acqua; all’interno dell’area sar creato un bosco periurbano, migliorando la condizione ambientale complessiva. Costo complessivo degli interventi per la sistemazione del nodo idraulico, comprendente anche i fiumi Bacchiglione, Retrone ed il Rio Cordano: € 2.260.000,00 messi a disposizione dal Ministero per l’Ambiente. Proviamo a chiederci: quanto costerebbe economicamente un’alluvione, senza considerare il rischio per le vite umane? L’Italia, ricordiamo, è il Paese dove alla prevenzione si destina meno della met delle risorse spese per riparare i danni post-emergenze!” (nel periodo 1991/2005 sono stati stanziati dallo Stato solo 5.300 milioni; nel periodo 1993/2003, gli eventi alluvionali hanno altresì causato danni per circa diecimilaquattrocento milioni di euro, oltre a ben 343 vittime).



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