“Crisi idrica: si cercano risposte all’emergenza"
Secondo l’ANBI è, quindi, quantomai opportuno ribadire la necessità del varo di un Piano nazionale degli invasi, da concertare con le comunità locali e per il quale l’Associazione ha già approntato una prima lista di interventi necessari. Contestualmente, vanno pienamente sfruttate le potenzialità della cosiddetta produzione di “microelettrico”, alla quale i Consorzi di bonifica si candidano potendo sfruttare i numerosi salti d’acqua presenti nella rete idraulica minore.
“Attualmente i nostri Consorzi – prosegue Massimo Gargano - dispongono di 116 impianti per la produzione di energia idroelettrica, ubicati soprattutto in Piemonte e Lombardia, con una potenza complessiva di 111.340 kilowattora. Il costo per realizzare una di queste centraline può essere indicato in circa duemila euro per ogni kilowatt installato; l'ammortamento di tale investimento verrebbe realizzato nell'arco di otto anni, come previsto dagli incentivi relativi ai certificati verdi. Considerando la ricchezza del patrimonio idrico del nostro Paese, i margini di sviluppo sono molto ampi.”
Secondo l'ANBI, però, a limitare la crescita del settore c'è l'impossibilità, dettata dalle normative, di utilizzare direttamente l'energia elettrica prodotta, che deve essere obbligatoriamente ceduta al libero mercato per poi riacquistarla per il consumo ad un prezzo pari a circa il doppio di quello di cessione (circa 0,14 euro/kwh contro 0,07 euro/kwh). Liberalizzandone l'uso si avrebbe un risparmio di circa settecento euro ogni 1000 kilowattora prodotti.
“Ecco, quindi, un’ulteriore, precisa, scelta politica, che chiediamo al Governo” conclude Gargano.
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