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Zorro e l'Acqua Granda

24/01/2008
Uno spettacolo che unisce attori e musicisti e racconta la storia poetica e delicata, intensa ed appassionante, di Ernesto e Alvise, un ragazzo e un bambino, nell'autunno del 1966. Sullo sfondo, il destino di una città, Venezia, legato all'acqua granda: l'alluvione del novembre 1966. Questa è la storia di "ZORRO E L'ACQUA GRANDA", lo spettacolo che Ketti Grunchi, insieme a Valentina Brusaferro, Rachele Colombo, Marco Artusi, Emanuela Cananzi, porta in scena domenica 27 gennaio (ore 17.00) al Teatro Villa dei Leoni di Mira (Ve) in prima nazionale.

Lo spettacolo ha iniziato il suo percorso nel 2005, quando il testo teatrale ha vinto il Premio Bassano Città Palcoscenico per la nuova drammaturgia. "Poi - spiega Ketti Grunchi, Zorro e l'acquagranda ha molto viaggiato. Si è nutrito di tante facce, commozioni, risate. Ha visitato professionisti: Roberto Citran, MIchele Casarin, Giovan Battista Storti, ma anche ragazzi, che l'hanno messo in scena con entusiasmo e rispetto. Ha abitato teatri meravigliosi come il Malibran di Venezia. È stato attraversato da musiche bellissime, e molto amato dall'autore del libro da cui è stato tratto, Roberto Bianchin. Ed ora è tornato a casa dal viaggio. Ora si metterà un vestito nuovo, nuove scarpe, e sarà pronto per ripartire, con una grande valigia da riempire... nuovamente...".

"ZORRO E L'ACQUA GRANDA", una produzione La Piccionaia-I Carrara, è un ulteriore capitolo di "STORIE VENETE", cartellone interamente dedicato al Teatro veneto d'autore all'interno del programma di "MIRA AL CUORE". Il testo teatrale è tratto dal romanzo-cronaca di Roberto Bianchin "Acqua granda", Premio Bassano Città Palcoscenico per la nuova drammaturgia 2005.

E Bianchin, scrittore e giornalista de "La Repubblica", domenica 27 gennaio sarà in scena per leggere alcuni brani dal suo libro.

"STORIE VENETE" è un percorso promosso da Assessorato alla Cultura di Mira e La Piccionaia-I Carrara Teatro Stabile di Innovazione, in collaborazione con Provincia di Venezia, Arteven, e con il contributo di Banca del Veneziano.

I prossimi appuntamenti di "STORIE VENETE" vedranno impegnati Armando Carrara con il suo "ALBERI" e Laura Curino e Titino Carrara, autori di "STRADA CARRARA", che chiude il programma.

Ketti Grunchi

ZORRO E L' ACQUA GRANDA

testo e regia Ketti Grunchi

musiche originali Rachele Colombo

luci e scene Iuri Pevere

con Ketti Grunchi, Valentina Brusaferro,

Rachele Colombo (canto, chitarra midi, mandola, percussioni),

Marco Artusi, Emanuela Cananzi (pianoforte, tastiere)

produzione La Piccionaia - I Carrara

ZORRO E L'ACQUA GRANDA è una storia di mare, di pioggia. di lagune e di sirene. È il 3 di novembre 1966. Ernesto ha 25 anni. È nato e diventato grande nel borgo di San Pietro in Volta, dentro l'isola di Pellestrina. Dove le case sono strette tra il mare e la laguna. Case di pescatori: le reti fuori ad asciugare, le vecchie a rammendare i buchi, i vecchi seduti a fumare le pipe sugli scalini. Ma Ernesto non vuole diventare vecchio su una barca, correndo dietro ai pesci. E nelle notti di tempesta, sogna un ristorante tutto suo: ci vadano gli altri a correre, e a pescare!

Alvise invece è sulla porta di casa. Guarda nella pioggia e chiama il suo cane: "Zoro!!! Zoroooo!!! Dove ti xe? Vien qua!". Alvise ha dieci anni e ogni sera ruba un pezzo di pane dalla tavola, e lo porta a Zorro, che lo aspetta fuori dalla porta. Ma stasera Zorro non viene. Alvise lascia il pezzo di pane davanti alla porta, protetto da una carta di giornale, e va a dormire. È sera, in laguna l'acqua comincia a salire...

Il racconto segue il filo di un evento drammatico della nostra storia: l'alluvione del novembre 1966, non dimenticando mai lo sguardo dei protagonisti: il ragazzo che porta in salvo la sua famiglia affrontando il mare in tempesta, il bambino che cerca il suo cane tra le calli e i campi di una Venezia che affoga. Il finale per loro sarà lieto: Ernesto troverà il suo ristorante e Alvise riabbraccerà il suo cane Zorro. Sullo sfondo, il destino di una città, Venezia, legato all'acqua granda che nel 1966 segnò l'inizio di una trasformazione strutturale e sociale che ancora è in atto. Lo spettacolo diventa così occasione di memoria, di emozioni legate alla poesia di una vicenda raccontata in chiave epica e onirica, usando la commistione del linguaggio teatrale e musicale.

Biglietto unico: 8 euro.

INFO > Ufficio Teatro

tel. 0414266545 - info@teatrovilladeileoni.it

www.teatrovilladeileoni.it

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