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Caro-petrolio: Padova, imprese in allarme

22/05/2008
Il petrolio senza freni addensa nubi sull’industria padovana e rischia di provocare uno shock competitivo, non soltanto nei settori “energivori” come cartiero, lavorazione e stampaggio plastica, siderurgico, laterizi, ma anche in tutti gli altri comparti produttivi. Il barile a oltre 130 dollari gonfia la bolletta elettrica e allarga il divario con i concorrenti europei. Per una piccola impresa che consuma ogni anno un milione di chilowattora (Kwh), infatti, la corrente elettrica costa 40 mila euro l’anno più che per un’azienda europea di pari dimensioni. La differenza di costo raggiunge i 400 mila euro per le medie imprese con consumi di 10 milioni di chilowattora. La stima è di Confindustria Padova, basata sul consumo medio delle aziende manifatturiere e sul differenziale di prezzo dell’energia del 30% fra l’Italia e l’Europa. Numeri che hanno spinto la Giunta degli imprenditori, riunita nei giorni scorsi, a esprimere forte preoccupazione per la corsa inarrestabile di petrolio e materie prime e per gli effetti su consumatori e imprese.

«Il livello di attenzione è molto alto - conferma il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin -. Il barile ha superato i 130 dollari e non si vede un’inversione di tendenza. Gli effetti sociali ed economici sono enormi e richiedono l’intervento d’urgenza del Governo. La misura annunciata dal ministro Scajola a favore dell’autotrasporto è positiva ma non sufficiente. Chiediamo la riduzione immediata delle accise sui carburanti per tutti i settori produttivi e i consumatori e che vengano sterilizzati gli aumenti Iva».

La corsa inarrestabile del petrolio (+35% da gennaio 2008 e +90% nell’ultimo anno) e i continui rincari dei prodotti energetici (+27% da inizio anno) hanno avuto effetti a cascata sui costi di produzione industriale, aggravando la situazione resa già difficile dai rincari delle materie prime, metalli industriali e preziosi (+19,6%) e materie prime agricole (+18,4%). Una stangata che penalizza la competitività delle imprese, anche alla luce degli ulteriori rincari annunciati per luglio dall’Autorità per l’energia (+3,9% l’energia elettrica, +2,5% il gas).

«Per calmierare i costi - aggiunge Peghin - le aziende padovane stanno adottando politiche di risparmio energetico che, anche grazie alle agevolazioni dell’ultima Finanziaria, comportano la sostituzione di impianti e macchinari obsoleti con motori ad alta efficienza. Ma tutto ciò non può bastare. La vera emergenza è la dipendenza dell’Italia da petrolio e gas per la produzione di energia, e per oltre l’85% da pochi Paesi fornitori, che ci lega mani e piedi agli strattoni del petrolio». Una dipendenza, sostiene il presidente di Confindustria Padova, che richiede scelte strutturali e drastiche. «L’Italia non può più permettersi di rinviare cruciali scelte energetiche. Bisogna attuare subito il piano nazionale di efficienza energetica per ridurre i consumi e aumentare la competitività del sistema industriale». «Il Governo - conclude Peghin - faccia della politica energetica una priorità. Servono risposte di medio termine, che puntino a riequilibrare il mix energetico diversificando le fonti per ridurre la dipendenza dal petrolio, utilizzando di più il carbone pulito, puntando sulle rinnovabili e sul risparmio energetico ma anche sulla scelta nucleare. Il ritorno all’atomo è indispensabile, anche se ci vorranno tempi lunghi per beneficiare dei vantaggi. E’ una questione da affrontare senza indugi, in modo serio e non pregiudiziale».

Sandro Sanseverinati - Ufficio Stampa, Studi e Relazioni Esterne

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