Caro-petrolio: Padova, imprese in allarme
«Il livello di attenzione è molto alto - conferma il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin -. Il barile ha superato i 130 dollari e non si vede un’inversione di tendenza. Gli effetti sociali ed economici sono enormi e richiedono l’intervento d’urgenza del Governo. La misura annunciata dal ministro Scajola a favore dell’autotrasporto è positiva ma non sufficiente. Chiediamo la riduzione immediata delle accise sui carburanti per tutti i settori produttivi e i consumatori e che vengano sterilizzati gli aumenti Iva».
La corsa inarrestabile del petrolio (+35% da gennaio 2008 e +90% nell’ultimo anno) e i continui rincari dei prodotti energetici (+27% da inizio anno) hanno avuto effetti a cascata sui costi di produzione industriale, aggravando la situazione resa già difficile dai rincari delle materie prime, metalli industriali e preziosi (+19,6%) e materie prime agricole (+18,4%). Una stangata che penalizza la competitività delle imprese, anche alla luce degli ulteriori rincari annunciati per luglio dall’Autorità per l’energia (+3,9% l’energia elettrica, +2,5% il gas).
«Per calmierare i costi - aggiunge Peghin - le aziende padovane stanno adottando politiche di risparmio energetico che, anche grazie alle agevolazioni dell’ultima Finanziaria, comportano la sostituzione di impianti e macchinari obsoleti con motori ad alta efficienza. Ma tutto ciò non può bastare. La vera emergenza è la dipendenza dell’Italia da petrolio e gas per la produzione di energia, e per oltre l’85% da pochi Paesi fornitori, che ci lega mani e piedi agli strattoni del petrolio». Una dipendenza, sostiene il presidente di Confindustria Padova, che richiede scelte strutturali e drastiche. «L’Italia non può più permettersi di rinviare cruciali scelte energetiche. Bisogna attuare subito il piano nazionale di efficienza energetica per ridurre i consumi e aumentare la competitività del sistema industriale». «Il Governo - conclude Peghin - faccia della politica energetica una priorità. Servono risposte di medio termine, che puntino a riequilibrare il mix energetico diversificando le fonti per ridurre la dipendenza dal petrolio, utilizzando di più il carbone pulito, puntando sulle rinnovabili e sul risparmio energetico ma anche sulla scelta nucleare. Il ritorno all’atomo è indispensabile, anche se ci vorranno tempi lunghi per beneficiare dei vantaggi. E’ una questione da affrontare senza indugi, in modo serio e non pregiudiziale».
Sandro Sanseverinati - Ufficio Stampa, Studi e Relazioni Esterne
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