Po in sofferenza idrica: necessita’ di un confronto costante
Quanto sta accadendo, per altro, avvalora la necessità che la “cabina di regia”, attivata sin dal 2003 per gestire la fase più acuta dell’emergenza Po, diventi uno strumento permanente per contemperare i legittimi, ma diversi interessi, oggi gravanti sulla risorsa acqua (umani, agricoli, energetici, imprenditoriali, ambientali, turistici).
La concertazione deve diventare prassi nel rispetto, comunque , delle priorità fissate dalla legge, che pone l’uso agricolo dell’acqua al secondo posto dopo quello per uso umano.
Al contempo l’ANBI rilancia la necessità di una nuova “politica degli invasi”, che sottragga l’agricoltura dalla mercè degli interessi dell’industria idroelettrica, gestore dei bacini montani. Si rilancia, quindi, la necessità di una rinnovata “cultura dell’acqua” che, attraverso la creazione di piccoli bacini collinari nonché di casse di espansione e golene fluviali, abbini funzioni ambientali, sociali e idrogeologiche.
Dall’emergenza siccità 2003 ad oggi nulla è cambiato e gli strutturali problemi latenti, più volte denunciati dai Consorzi di bonifica, sono evidenziati dalla stessa variabilità climatica che, non più tardi di un mese fa, faceva sperare in un estate senza patemi per le campagne.
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