"Contro lo smog che costringe alla chiusura del traffico delle città e il caro prezzi dal primo luglio 2006 i produttori di carburanti diesel e di benzina sono obbligati ad immettere al consumo biocarburanti di origine agricola" "in misura pari all'1 per cento" che "è incrementata di un punto per ogni anno, fino al 2010". Lo rende noto la Coldiretti nel riferire gli effetti dell’entrata in vigore della legge N.81/2006 approvata con il sostegno dell’organizzazione degli imprenditori agricoli guidata da Paolo Bedoni che ha promosso in tutta Italia una campagna di raccolta di firme per lo sviluppo dei biocarburanti che ha raggiunto quota centomila. La decorrenza del primo luglio significa che nell’arco dell’anno nei serbatoi di tutte le auto in circolazione in Italia dovranno essere utilizzate complessivamente circa 400mila tonnellate di biocarburanti. Si tratta di biodiesel (250mila) e bioetanolo (150mila) ottenuti rispettivamente da coltivazioni agricole come colza, girasole e da mais, sottoprodotti della lavorazione del vino e della barbabietola, in sostituzione dei normali combustibili derivati dal petrolio. Dal punto di vista ambientale si tratta di una vera rivoluzione per abbattere lo smog accentuato dal caldo, che ha portato alla chiusura al traffico di città come Roma e Napoli, poiché - sottolinea la Coldiretti - con il biodiesel si riducono dell'80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e polveri sottili mentre con il bioetanolo calano le emissioni di idrocarburi aromatici come il benzene del 50% e di oltre il 70% anidride solforosa mentre cali più contenuti si hanno anche per il particolato e per le polveri sottili. Dall’attuazione del provvedimento - continua il Presidente della Coldiretti - dipende la possibilità di cogliere una opportunità che concilia le esigenze di ridurre lo smog e l'inquinamento ambientale previste dal protocollo di Kyoto, per contrastare i cambiamenti climatici in atto, con la necessità di trovare fonti alternative al petrolio e al gas per il quale si è verificato un ulteriore aumento delle tariffe. Si tratta - precisa Bedoni - di un determinate passo in avanti dopo che la Commissione Europea ha appena annunciato l’avvio di un procedimento legale nei confronti del Governo italiano per la mancata presentazione del rapporto sull’utilizzo di biocarburanti per rispettare l'obiettivo fissato dall'Unione europea di utilizzare i biocarburanti per sostituire entro il 2010 il 5,75 per cento dei carburanti derivanti dal petrolio utilizzati per i trasporti, come sta peraltro avvenendo negli Stati Uniti che puntano a raddoppiare la loro già elevata produzione entro il 2012 per arrivare a 28,4 miliardi di litri tra bioetanolo, biodiesel e combustibile da biomasse. Al fine di garantire l’origine nazionale dei prodotti destinati a biocarburanti, la legge prevede la stipulazione di intese di filiera, accordi quadro o di un contratto di programma e la garanzia di tracciabilità per ricostruire il percorso del biocarburante attraverso le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione con particolare riferimento all'origine del prodotto agricolo. Un risultato che non è stato ancora raggiunto a livello nazionale anche se non mancano intese territoriali come nel Lazio dove è stato siglato tra Coldiretti e regione un protocollo che impegna a destinare ad agroenergia diecimila ettari di terreno, destinati a moltiplicarsi nel tempo, a partire dalla Valle del Sacco dove si registra una preoccupante emergenza ambientale. E ancora a Padova la società comunale che gestisce il servizio di trasporto pubblico urbano dal novembre 2005 fa circolare circa 100 bus con biocarburanti, mentre a Venezia grazie all’accordo siglato con la Coldiretti prenderà a breve il largo la prima flotta di vaporetti a “girasole”. D’altra parte - sostiene la Coldiretti - per non vanificare i positivi effetti ambientali dei biocarburanti è indispensabile ottenerli con prodotti agricoli nazionali “a chilometri zero” che non devono essere trasportati tra i diversi continenti per lunghe distanze con un conseguente consumo di combustibili fossili ed inquinamento atmosferico, come accadrebbe in caso di importazioni. La Coldiretti, in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR, ha messo a punto un sistema per stabilire la provenienza geografica dell’olio vegetale che sarà utilizzato per la produzione di biodiesel o dell’etanolo di origine agricola che dovrà essere presto aggiunto alle benzina. Così come i vini, anche i biocombustibili avranno la loro Doc (Denominazione di Origine Controllata). Si tratta di un passo in avanti importante per lo sviluppo in Italia della filiera agrienergetica che pur presentando nuove opportunità di sviluppo corre il rischio - sostiene la Coldiretti - di essere compromessa da ostacoli tecnici ed interpretativi. Non sono state infatti ancora stabilite - denuncia la Coldiretti le sanzioni nei confronti di eventuali inadempimenti da parte dei soggetti che devono immettere al consumo biocarburanti sulla base della legge N. 81/06 prevede che, con apposito decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle attività produttive e il Ministro delle politiche agricole e forestali, siano stabilite le condizioni di controllo dell’obbligo di immissione in rete dei biocarburanti. Un ritardo da superare e che va accompagnato - conclude la Coldiretti - con interventi per incentivare la produzione in Italia e in Europa e creare le condizioni di mercato necessarie a remunerare adeguatamente agli imprenditori agricoli.
SMOG: COLDIRETTI, ARRIVA IL BIOCARBURANTE A DENOMINAZIONE D’ORIGINE (DOC)
Per combattere il rischio che vengano spacciati come Made in Italy biocarburanti ottenuti da coltivazioni importate dall’estero che per l’effetto inquinamento determinato dal trasporto per migliaia di chilometri vanificano il positivo effetto ambientale della sostituzione dei normali combustibili fossili, la Coldiretti e l’Istituto di Biometeorologia del CNR hanno messo a punto una tecnologia che consente di essere in grado di conoscere, grazie all’analisi della composizione isotopica dei prodotti vegetali, l’origine geografica di un determinato olio vegetale o dell’etanolo. Per questo verrà promosso da Coldiretti e Cnr un sistema nazionale di filiera che, prelevando campioni di semi oleosi o di coltivazioni per la produzione di etanolo, creerà annualmente una sorta di banca dati isotopica delle caratteristiche Doc dei biocombustibili. Da quel momento in poi, basterà prelevare ed analizzare un piccolissimo campione proveniente da una qualsiasi partita di biocarburante per determinarne se esso ha origine italiana o è stato importato dall’estero. Anche i biocarburanti come il vino saranno dunque - sottolinea la Coldiretti - a denominazione di origine controllata per non vanificarne il positivo effetto ambientale. Gli atomi di molti composti organici si presentano in varie forme naturali stabili che vengono definiti “isotopi stabili”. Il rapporto fra le diverse forme isotopiche in uno stesso composto vegetale varia naturalmente al variare delle condizioni ambientali; in alcuni casi grandi gruppi di specie vegetali sono caratterizzati da “firme” isotopiche inconfondibili. Così, analizzando i rapporti fra gli isotopi stabili che costituiscono i vegetali o gli animali, è possibile riconoscere fra loro gruppi di specie oppure specie che hanno subito diversi gradi di stress o che hanno origini geografiche diverse. Tecnologie isotopiche sono già utilizzate in campo alimentare per smascherare adulterazioni e frodi alimentari o per riconoscere prodotti tipici, in campo archeologico per definire le diete tipiche o l’origine geografica di determinati gruppi o popolazioni e persino in campo forense per identificare sospetti. Attraverso le varie forme isotopiche degli atomi c’è la possibilità di “leggere” la storia di ogni frammento di materiale organico.
TARIFFE: ENERGIA; COLDIRETTI, CONTRO AUMENTI SI TORNA AL LEGNO E AL GRANO
Da rinnovabili agricole e’ possibile soddisfare il 13 % del fabbisogno
Contro l'aumento dei costi energetici che si è verificato per ultimo con il rincaro delle tariffe per luce e gas sono sempre piu’ numerosi quanti tornano a fonti energetiche del passato come legno e grano che le nuove tecnologie e l’aumento dei costi hanno fatto tornare convenienti. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell'allevamento e installando pannelli solari nella aziende agricole è possibile arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate. Nonostante l’obiettivo sia lontano sono sempre piu’ numerose in Italia le esperienze positive, le curiosità e i progetti anche sostenuti dalla Coldiretti:
§ A Verzuolo (Cuneo) impianto di teleriscaldamento, alimentato con gli scarti della lavorazione del legno, sufficiente per il fabbisogno termico e l’acqua calda di trecento famiglie.
§ A Città di Castello progetto per produzione energia elettrica con la coltivazione di 3000 ettari a girasole per x alimentare un impianto di 1 megawatt che funziona 220 giorni all'anno per 24 ore;
§ A Padova progetto finanziato dalla Camera di Commercio per la produzione di olio da coltivazioni di girasole da utilizzare per alimentare mezzi pubblici locali e per autoconsumo;
§ Balestrate in provincia di Palermo un agriturismo utilizza il grano come fonte energetica sostitutiva grazie alla disponibilità di tecnologie di avanguardia delle caldaie che permettono di usare il cereale come combustibile con un risparmio di costi stimato pari al 70 per cento;
I CAMPI DA COLTIVARE PER RIEMPIRE IL SERBATOIO CON I BIOCARBURANTI
CONSUMI (tonnellate) APPORTO BIOCARBURANTI ETTARI DA COLTIVARE
BENZINA 14.926.000 149.260 29.850
GASOLIO 24.321.000 243.210 243.210
TOTALE (I anno) 39.247.000 392.470 273.060
TOTALE (II anno) 576.420
TOTALE (2010) 1.395.600
Fonte: Elaborazioni Coldiretti con l’ipotesi che un ettaro di coltivazione dedicata produca o cinque tonnellate di bietanolo o una di biodiesel.
COLDIRETTI