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Pmi: la burocrazia brucia 1,6 mln di giornate di lavoro

03/04/2009
C’è un ostacolo in più alla ripresa: la burocrazia e il suo fardello di oneri. «Le imprese padovane bruciano ogni anno 1,6 milioni di giornate di lavoro per adempimenti, 63 giornate perse per ogni piccola azienda. La burocrazia divora 170 milioni di euro solo per timbri e carte, circa due punti e mezzo di Pil provinciale (2,4%). La nostra prima occupazione è ascoltare pareri, sentire legali, cercare di capire le mille interpretazioni che ognuno dà di una stessa legge. Siamo costretti a fare gli imprenditori part-time, mentre vogliamo stare in azienda, a sviluppare prodotti e cercare mercati».

E’ la denuncia che il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin ha lanciato dal convegno “Semplificare per competere” promosso a Borgoricco (PD), nell’ambito del Festival Città Impresa. Protagonisti dell’evento, davanti a 400 tra imprenditori, sindaci e amministratori del Camposampierese, Giuseppe Morandini presidente Piccola Industria di Confindustria, i senatori Maurizio Castro (PdL) e Paolo Giaretta (Pd), Giovanni Faverin segretario generale Cisl Funzione Pubblica, moderati dal direttore de Il Mondo Enrico Romagna Manoja.

«L’efficienza della Pa e la semplificazione - afferma Peghin - misurano la civiltà di un paese e la sua competitività. Per contro, un sistema appesantito da vincoli ingiustificati, lungaggini, regole poco chiare, è un micidiale freno allo sviluppo». Eppure il cammino per avvicinarci agli standard di paesi più civili è lungo. «Le recenti iniziative dei ministeri per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione - sostiene Peghin - hanno dato deciso impulso al recupero di efficienza e produttività nel pubblico impiego e alla semplificazione normativa. Tuttavia, i vantaggi non si sono ancora tradotti in una riduzione di adempimenti e oneri. Basta un dato su tutti: in Italia la somma delle leggi oggi vigenti è di 21.691, a fronte delle 9.800 della Francia e delle 4.547 della Germania. Le Pmi pagano ogni anno alla burocrazia un conto salato di 16,2 miliardi di euro».

Altra nota dolentissima, i tempi di pagamento della pubblica amministrazione. «A fronte di una media europea di 68 giorni - spiega Peghin - la nostra Pa paga in 135 giorni, con punte di 6-700 giorni nelle Regioni meno efficienti. O non paga affatto. Oggi le imprese vantano crediti per 60-70 miliardi verso la Pa. Crediti che le banche non ci scontano più! Una montagna di soldi veri, che potrebbero far ripartire gli investimenti, la ricerca, l’occupazione». Un problema, insiste Peghin, a cui «bisogna dare soluzione subito».

Grandi aspettative suscita la riforma del pubblico impiego firmata Brunetta. «Il ministro ha avviato un percorso coraggioso di riforme, che ha il nostro appoggio convinto e che ritengo vada sostenuto da chiunque, nel sindacato, nelle imprese, tra gli stessi dipendenti pubblici, abbia a cuore la modernizzazione e l’interesse generale. E’ un passo avanti concreto verso la responsabilità, la trasparenza e il merito nella Pa. Ci aspettiamo che i decreti attuativi seguano in tempi certi e siano all’altezza delle attese di cittadini e imprese».

Una riflessione, infine, sull’Unione dei Comuni del Camposampierese. «E’ il primo esempio di distretto delle autonomie locali - spiega Peghin - il pezzo che manca al disegno di legge sul federalismo e la prova che l’80% delle attività dei Comuni si può gestire in modo consortile con guadagno di qualità e costi. Mi auguro che venga presa a modello “di buone pratiche” a livello nazionale e che sia il primo passo verso il processo di fusioni tra enti e livelli amministrativi che è la grande innovazione di cui il paese ha bisogno».

Sandro Sanseverinati - capo Ufficio Stampa, Studi e Relazioni Esterne

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